
“Je so napoletano e se nun canto moro“ recita una targa, omaggio a Libero Bovio che campeggia in Via Duomo.
Ed è a questa frase che abbiamo pensato qualche sera fa, imbattendoci in uno speciale del Tg2 su New Orleans dove si parlava, si raccontava e si elogiava l’ anima di quella che è la ridente città sul Mississippi: la sua musica.
New Orleans: la capitale del jazz, genere musicale nato dall’ incontro di varie culture, sì perché era proprio la musica, l’ unico svago degli schiavi afroamericani, che si davano appuntamento ogni domenica a Congo Square per suonare e cantare.
Nel 1901, nei sobborghi di New Orleans, nacque il grande Louis Armstrong, a cui va il merito di aver portato il genere jazz alla ribalta in tutto il mondo. Figlio di una prostituta e con una storia di vita difficile, Armstrong era solito ascoltare estasiato i musicisti che si esibivano nei bordelli di Storyville (antico quartiere a luci rosse della città), quando ancora il Jazz si chiamava Ragtime e si spalleggiava col Gospel.
La musica di Congo Square, la musica di Storyville, la musica del Missisipi, si trasformò nel corso degli anni nel genere musicale che tutti oggi conosciamo come Jazz.

Perché stiamo dando lezioni sulla nascita del jazz? E cosa c’ entra Libero Bovio?
Bhè… il jazz nato quindi come unica nota di sollievo, a quella che era la triste condizione degli schiavi, ma più in generale degli emigrati, non può farci pensare alla stessa sorte dei Napoletani che dal 1861, cominciarono ad emigrare in massima parte oltreoceano. E che facevano? Cantavano… e come se cantavano. Non avevano altro che la famosa “valigia di cartone” e le parole di una canzone mentre, mai per volere, lasciavano la loro patria.
Non dimentichiamo che spesso erano proprio prosatori e musicisti ad emigrare per sopravvivere, e cosa facevano? I posteggiatori, i suonatori ambulanti per le strade del mondo, i locali pubblici, e non di rado nei teatri. Quanti di loro hanno avuto poi successo all’ estero?
Ci colpisce, particolarmente, nel video, la testimonianza di una giovane musicista italiana, che dice di essersi trasferita a New Orleans, perché lì in ogni bar, in ogni locale… si fa musica, si fa la storia della musica.
Non possiamo non fare un paragone con Napoli, la capitale della musica. La città che ha visto nascere la musica, sì partendo dal canto della Sirena Partenope, passando per i canti delle lavandaie di Antignano, per le serenate ai tempi di Federico II, il melodramma del 600 e del 700, fino a giungere all’ 800 il secolo d’oro della canzone napoletana.

Quanta musica c’è a Napoli? La musica classica, la musica popolare…quella musica che risuona ancora oggi nei vicoli della città. Quella musica che unisce tutti nonni e nipoti, quella musica che mette tutti di buon umore. Quelle canzoni che hanno fatto la storia, ma che sono ancora oggi conosciute dai più giovani e addirittura da chi non vi aspettereste mai… dai turisti delle più disparate parti del mondo.
E allora? Perché Napoli non potrebbe diventare come New Orleans? Perché in ogni locale, in ogni ristorante non dovrebbe risuonare la musica napoletana?
Pensiamo che anche la musica sia uno degli higlights durante un viaggio a Napoli, al pari del Maschio Angioino o della Reggia di Caserta.
Invitiamo tutti i ristoranti, i bar, i locali… a diffondere la musica napoletana.
Apprezziamo il modus operandi della storica trattoria Nennella ai Quartieri Spagnoli… perché non c’è da vergognarsi, Napoli è anche gioia di vivere, Napoli è il popolo con le sue canzoni…Napoli è quella città che ha fatto e fa la storia della musica.
Che sia dal vivo, in filodiffusione…facciamo MUSICA, diffondiamola, non teniamola nascosta.
Il nostro appello ovviamente non va solo a ristoranti, locali o bar… rinnoviamo sempre la nostra richiesta alle istituzioni, agli enti pubblici, potremmo organizzare cerimonie, festival, talent show.
NAPOLI E’ LA CITTA DELLA MUSICA, e tocca a noi napoletani trasformarla in una città cantante. Ogni angolo disponibile, ogni locale che ha un po’ di spazio, ogni ristorante deve allestire un piccolo palco per accogliere i tanti talenti musicali che vivono in questa città. Ognuno deve suonare e cantare quello che vuole. Dobbiamo attrare qui le persone ogni giorno dell’anno, dovranno ritornare a casa dopo avere vissuto in una città dove la musica è la regina incontrastata e dopo avere vissuto una esperienza unica : girare, vivere ascoltare musica e ammirare la cultura che viene fuori da ogni vicolo e strada di questa città, se ne devono andare come si dice : carichi di meraviglia . E poi dopo, siamo sicuri del fatto che, come succede sempre a Napoli, le autorità si accorgeranno di tutto quello che i napoletani avranno creato e loro ci metteranno il cappello sopra e solo allora diranno; noi lo sapevamo.
Chi ci segue ormai lo sa bene… il nostro motto resta quello…SI CE DAMMO A MANO, E MIRACOLI SI FANNO, e un giorno come New Orleans è conosciuta come capitale del Jazz, Napoli sarà finalmente riconosciuta come capitale della musica.. ma non solo!